“Uccidiamo il chiaro di luna”, come è noto, è il titolo di uno dei più famosi manifesti del 1911, legato alla leggendaria scazzottata avvenuta a Milano tra i futuristi di Marinetti ed i vociani di Prezzolini. Espressionismo, futurismo, cubismo, fauvismo e surrealismo sono solo alcune delle numerose avanguardie nate tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, quando l’uomo maturò il desiderio di rompere con i valori ottocenteschi, in tutti i campi del sapere.
L’affermarsi della psicanalisi, l’eredità dell’opera d’arte totale wagneriana e del simbolismo, il rifiuto del positivismo, l’avanzare della modernità e gli intrecci culturali favoriti sempre di più dai viaggi e dal confronto delle idee, contribuirono ad aprire la strada alle avanguardie. Come in battaglia, gli “avanguardisti” sono gli arditi, gli spericolati che precorrono il resto dell’esercito e propongono un linguaggio fatto di provocazioni e azioni soprendenti attraversando e intrecciando fra loro tutte le discipline e le arti: pittura, musica, teatro, cinema, letteratura e filosofia. Un viaggio interdisciplinare in cinque lezioni tra storia, filosofia, musica, letteratura e arte condotto dai nostri docenti e dedicato alle avanguardie storiche e alle contaminazioni tra i saperi in un periodo così prolifico come quello in bilico tra fine Ottocento e primi Novecento.